Pubblicato il: 03/11/2013Categorie: Editoriali, News

3 novembre 2013 – Quarant’anni e non dimostrarli. E soprattutto ancora tanta strada da fare insieme.

È con questo spirito che la Caritas diocesana di Como si appresta a ricordare questo importante anniversario assieme a tutta la Chiesa comense e a tutti coloro – responsabili, operatori, formatori, volontari, sacerdoti, parrocchie – che in questi anni hanno collaborato e fatto crescere il nostro lavoro. Un lavoro di gioie e di fatiche, vissute nella fede e confortati dalla Parola. Un lavoro affrontato spesso con la consapevolezza di intraprendere “nuove strade” che con il tempo si sono rivelate – profeticamente – le uniche percorribili per aiutare e ridare dignità al nostro prossimo in difficoltà.

In queste ore non posso non pensare alle persone che mi hanno preceduto in questi anni alla guida della Caritas di Como: don Plinio Bottinelli, don Battista Galli e don Daniele Denti. A loro un grazie mio e dell’intera comunità. Se oggi la Caritas ha acquisito una profonda consapevolezza della sua “dimensione di servizio” ed è diventata – con i suoi servizi alla persona (Porta Aperta, Centro di Ascolto, Caritas parrocchiali…) – un punto di riferimento sul vastissimo territorio diocesano lo dobbiamo proprio a loro. In questi 40 anni la Caritas di Como è intervenuta nelle grandi emergenze in Italia (penso al terremoto in Friuli, all’alluvione in Valtellina, al recente terremoto in Emilia) e a quelle internazionali (Argentina, Georgia, Africa, Sudamerica…), ha affrontato e gestito l’arrivo dei profughi provenienti dai Paesi in guerra e, non ultimo, ha instaurato una proficua collaborazione con le istituzioni pubbliche e private impegnate sul territorio.

Siamo orgogliosi di essere stati utili.

Dicevo all’inizio, tanta strada ancora da fare insieme.

È vero, ne sono profondamente convinto, perché – come tutti possiamo constatare giorno dopo giorno – ci sono ancora tante difficoltà (ed emergenze) da combattere. Tuttavia, vogliamo affrontare questa “sfida” con tenacia, perché questi 40 anni trascorsi ci hanno “forgiato” e preparato a superare le nuove problematiche che la società ci mette di fronte. La Caritas – lo dico con convinzione – non si arrende mai, perché ha la capacità di essere duttile, non si ferma alle certezze acquisite, ma segue sempre i mutamenti in atto. L’uomo cambia e cambia anche la Caritas.

A questo proposito non posso non sottolineare che, oltre ai bisogni più evidenti e impellenti anche nella nostra Diocesi (casa, lavoro, indigenza…), la povertà altrettanto urgente da risolvere è la fragilità dell’uomo, che sembra non avere più la capacità di interagire in modo costruttivo con il suo prossimo. Se non “aggrediamo” questa malattia sociale – fatta anche di violenza verso gli altri e verso se stessi, non accoglienza, sopraffazione, indifferenza, ostentazione di ricchezza e via dicendo – temo che a fatiche si aggiungeranno altre fatiche e a povertà si assommerà altra povertà. Nel nostro piccolo cercheremo di arginare questo male, crescendo a livello personale e facendo anche opera di sensibilizzazione e formazione nei vari ambiti del nostro lavoro.

Concludo con un invito. Quarant’anni sono un bel traguardo raggiunto. Anche per questo motivo sono state organizzate tre serate di festa (l’8, il 9 e il 10 novembre prossimi, rispettivamente a Morbegno, a Como e a Cuveglio) con buona musica, momenti di riflessione, testimonianze, ricordi.

Da vivere tutti insieme.

Ma non è tutto. Abbiamo anche pensato di realizzare un album fotografico per fare memoria e tesoro di una costante fedeltà di servizio nella Chiesa, all’uomo, per il mondo: non lasciamo cadere questa memoria, perché parla del nostro futuro!

Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como

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