
10 dicembre 2021 – L’obiettivo è sostenere e rilanciare l’Associazione Volontari Caritas Como, l’associazione di volontariato creata inizialmente nel novembre 2015 con lo scopo di riunire gli oltre 60 volontari della Cooperativa “Si può fare”, la realtà attiva in città nel 2013 e che si occupa del ritiro e della vendita solidale di prodotti e materiali usati a prezzi “popolari”.
Nel corso del tempo l’associazione ha inserito tra i suoi iscritti anche volontari dei servizi cittadini della Caritas diocesana – in particolare quelli del dormitorio e della mensa – e ora intende rafforzare questa realtà dotandola di uno statuto rinnovato, adeguato alle nuove regole del Terzo Settore, ma soprattutto facendo in modo che l’associazione stessa, da iniziale struttura, acquisti sempre maggiore identità e si dia dei contenuti.
L’auspicio è che i volontari, che si ritroveranno a continuare il loro servizio nei più vari luoghi di Caritas in città, si riconoscano sempre più come parti di una unica realtà, fatta di persone che gratuitamente donano il loro tempo per gli altri.
Nella foto, un momento dell’incontro.
Da sinistra, don Alberto Fasola, Massimiliano Cossa e Stefano Sosio
Su questo argomento – e anche per ritrovarsi finalmente in presenza – sabato 4 dicembre si è svolto un incontro di formazione all’auditorium Don Guanella a Como, a cui hanno partecipato numerosi volontari, alla presenza degli operatori dei servizi, di don Alberto Fasola, assistente spirituale della Caritas diocesana, e Massimiliano Cossa, direttore della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio onlus.
«Nei prossimi mesi, oltre ad adeguarsi alla normativa del Terzo Settore, l’associazione sarà in grado di proporre momenti di incontro e conoscenza tra i soci – ci dice l’operatore Stefano Sosio, che ha presieduto l’incontro e si sta occupando di rilanciare l’associazione comasca – Questo processo troverà il suo senso se potrà essere lo spazio comune e l’espressione efficace (e attiva!) dei gruppi di volontari dei servizi, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua esperienza, ognuno con le proprie peculiarità. Mettere in comune le proprie visioni non potrà che generare arricchimento reciproco!».
Questo è un buon momento per fare volontariato, per riflettere sulla sua funzione e sul suo futuro…
«Sì certamente. Penso almeno a tre fattori. Innanzitutto si sta rivedendo la normativa sul codice del Terzo Settore. Per la prima volta si nomina il volontariato anche come iniziativa di singole persone, senza che sia legato a realtà associative. Le associazioni di volontariato devono rivedere i loro statuti e fare una riflessione sulle attività che svolgono. Il secondo: siamo dentro a una situazione sanitaria che ha causato importanti fratture dei rapporti e chiusure relazionali. E ha impoverito molte persone e aumentato la solitudine. Si è dovuto riflettere molto sui problemi della pandemia e la socialità è cambiata. Il terzo, più locale: da qualche anno la città di Como è in una curva “alta”, diciamo così, di bisogni e i servizi per le persone cittadini hanno dovuto attrezzarsi, aumentare le attività. Inoltre l’episodio della stazione (i migranti in transito in città, accampati davanti alla stazione San Giovanni nel 2016 e poi accolti nel Campo Cri di via Regina, ndr) ha fatto vedere quante persone a Como si sono lasciate interrogare dai bisogni degli altri».
Il 30 aprile scorso ha visto la luce la “Carta dei valori dell’azione volontaria”, l’atteso documento che ha lo scopo di riavviare una riflessione sul volontariato e il suo futuro. Ciò conferma che il mondo del volontariato è in crescita e in fermento…
«La “Carta dei valori dell’azione volontaria” è stata redatta dalla Fondazione Zancan quest’anno a Padova, che nel 2020 è stata capitale europea del volontariato. È nata dopo un lungo periodo di seminari e di confronti. La Carta si basa sulle quattro idee di giustizia, carità, fraternità e generazioni, ma non è un elenco, è scritta come se fossero quattro dialoghi tra le persone volontarie (noi) e di volta in volta la Costituzione, i pensieri di San Paolo sulla Carità (“inno alla Carità”), i pensieri di papà Francesco sulla fraternità (enciclica “Fratelli tutti”), le generazioni (bambini, giovani, adulti, persone anziane)».
Da “il volontariato” a “l’azione volontaria”: un cambiamento di prospettiva significativo…
«Ne sono convinto. L’azione volontaria è libera e gratuita, propone una visione di cittadinanza e di giustizia, forgia la rappresentanza politica, mette il mondo in una prospettiva comunitaria (l’essere umano non è solo) e solidale (ci si aiuta), riduce volontariamente le relazioni di potere tra chi aiuta e chi è aiutato, non solo fa solidarietà ma anche educa alla solidarietà. Insomma: dalla chiusura di un mondo centrato sui diritti individuali alla costruzione di una socialità reciproca basata su diritti e doveri. Una bella sfida per il futuro. Di tutti».
Durante l’incontro, quattro volontari dei Servizi Caritas
hanno portato la loro significativa testimonianza.
Dall’alto: Rodolfo impegnato nel Centro Diurno di Como; Rosanna nel Centro di Ascolto di Como; Loredana nel Dormitorio di via Napoleona; infine, Letizia impegnata a Porta Aperta
Per maggiori informazioni: https://www.fondazionezancan.it/news/view/1047
Per candidarsi come volontari: info@caritascomo.it
I Servizi cittadini Caritas dove operano volontari
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