Pubblicato il: 23/11/2021Categorie: NewsTag:

20 novembre 2021 – Domenica 14 novembre, in occasione della Giornata mondiale dei Poveri, la comunità pastorale di Livigno e Trepalle ha inaugurato un punto di ascolto e di aiuto Caritas presso la casa parrocchiale in via Dala Gesa.

Una realtà nata dopo che, lo scorso mese di gennaio, su invito del parroco, don Gianluca Dei Cas, e con la partecipazione delle istituzioni, la comunità di Livigno si era attivata per dare una risposta al grave momento di difficoltà che ha colpito tante famiglie del paese a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. In tanti e con generosità si sono dati da fare nell’iniziativa della “Spesa solidale”.

Si è creata così una rete di persone che, con piccoli gesti, ha potuto esprimere un’attenzione e una vicinanza a chi era nel bisogno. L’iniziativa della “Spesa solidale” ha raggiunto tantissime persone residenti a Livigno e che vi lavorano e vivono. E ha aperto gli occhi sulle varie difficoltà che vanno al di là della necessità economica; i problemi legati all’alloggio, solitudini, separazioni, disagi.

Si è compreso che un gesto molto prezioso è anche l’ascolto; dare tempo e attenzione è la prima espressione del prendersi cura dell’altro. Si è capito che la carità è relazione, prima che dare qualcosa! Il punto di ascolto è stato dunque pensato per dare continuità alle attenzioni vissute nei mesi scorsi, perché chiunque lo desideri possa incontrare qualcuno che ascolta e che cerca di dare risposte ai vari bisogni, indirizzando anche ai diversi servizi già presenti sul territorio e cercando di esprimere prima di tutto la condivisione e la vicinanza.

(Da “il Settimanale della Diocesi di Como”)

Per chiedere informazioni: 331.1666007

 

Livigno: in tempo di pandemia la risposta della comunità nei confronti dei più deboli. La testimonianza di Lorenzo, volontario Caritas

Nel mese di gennaio di quest’anno, su invito del Parroco e con la partecipazione delle Istituzioni, la comunità di Livigno e Trepalle si è attivata per dare una risposta al grave momento di difficoltà che ha colpito tante famiglie del nostro paese a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

In tanti e con generosità si sono dati da fare nell’iniziativa della “Spesa solidale”. Si è creata così una rete di persone che, con piccoli gesti, ha potuto esprimere un’attenzione e una vicinanza a chi era nel bisogno. L’iniziativa della “Spesa solidale” ha raggiunto tantissime persone residenti a Livigno e che qui lavorano e vivono. Ci ha aperto gli occhi sulle varie difficoltà che vanno al di là della necessità economica; i problemi legati all’alloggio, solitudini, separazioni, disagi di vario tipo.

L’iniziativa è partita alla fine del mese di gennaio 2021 quando le restrizioni dovute alla zona rossa hanno visto aumentare notevolmente le persone in situazione di necessità a Livigno e Trepalle. Da subito sono stati numerosi i volontari resisi disponibili per organizzare la rete di raccolta e distribuzione dei pacchi alimentari. Le sale parrocchiali sono state adibite a magazzino con frigoriferi e freezer resi disponibili gratuitamente. I commercianti, i ristoratori, gli albergatori hanno offerto i prodotti in magazzino, tante singole persone generosamente hanno offerto beni di prima necessità presso negozi di Livigno, una ventina di volontari due volte a settimana si sono occupati della raccolta presso i vari punti del paese e altri hanno smistato i prodotti e composto i pacchi, fino a quelli che hanno distribuito presso la Sc’tua dal Cendrè. Offerte in denaro sono state recapitate al parroco o ai volontari per sostenere questa iniziativa.
Tutte le offerte pervenute sono state convertite in pannolini, assorbenti, olio, pollo, medicinali e altri generi di prima necessità che prontamente negozianti e grossisti di Livigno hanno dato a prezzo di costo.

A metà giugno 2021, quando l’iniziativa si è conclusa, erano circa centotrenta i nuclei familiari che si erano presentati alla Sc’tua dal Cendré della Casa parrocchiale per chiedere di usufruire della “spesa solidale”. Di questi, una buona parte si è rivolto con cadenza settimanale ai volontari addetti alla consegna che hanno cercato in questo modo anche di creare un legame, dare un incoraggiamento scambiando poche parole e un sorriso, capire se vi erano altre problematiche ed eventualmente indirizzare ai servizi sul preposti territorio.
Sono famiglie di varie nazionalità, a Livigno magari da tanti anni, con bimbi piccoli o ragazzi in collegio. Vi sono state anche alcune famiglie originarie di Livigno. Molto spesso ai problemi di tipo economico se ne aggiungono altri più profondi e nascosti: solitudini e disagi, separazioni e molti altri.
La maggior parte di queste famiglie non riusciva a far fronte al pagamento dell’affitto, spesa che prima della pandemia poteva sostenere grazie al lavoro di uno o due componenti e che durante il periodo della chiusura non era possibile pagare interamente. Molti proprietari degli appartamenti in affitto hanno dimostrato attenzione in questo senso venendo incontro alle esigenze di famiglie o singoli.

IL LAVORO PREZIOSO DI TANTI VOLONTARI

Per tutti i volontari questa esperienza è stata preziosa e per vari motivi. In particolare possiamo dire che la pandemia ha aperto gli occhi su una realtà sommersa a Livigno. Quella di tante famiglie, originarie di tutti gli angoli del mondo, qui residenti magari da tanto tempo, che devono far fronte a grandi sfide e sostenere spese economiche importanti a partire dall’affitto. Fin che tutto girava liscio, con le stagioni turistiche “normali”, queste famiglie potevano contare su lavoro che non mancava e quindi mantenere un equilibrio tra entrate e uscite. Appena qualcosa è saltato i problemi si sono manifestati con una reazione a catena.
Al di là dell’aspetto economico, poi, abbiamo potuto conoscere le tante nazionalità presenti a Livigno che spesso stanno ai margini e non vivono integrate nella nostra Comunità. Nell’incontro e nello scambio di poche parole ci siamo resi conto da vicino delle tante difficoltà che spesso incontrano le persone che provengono da fuori paese. Non sono stati poche anche le famiglie originarie di Livigno incontrate, dove i problemi economici spesso sono legati a separazioni, a disagi di vario tipo, a solitudini.

Abbiamo capito che un gesto molto prezioso è anche l’ascolto; dare tempo e attenzione è la prima espressione del prendersi cura dell’altro. Abbiamo capito che la carità è relazione, prima che dare qualcosa!

Ci siamo quindi interrogati su come dare continuità all’attenzione a chi è nel bisogno nella nostra Comunità. E dalla condivisione tra noi è nata l’idea di dare vita a un punto di ascolto, dove chiunque lo desideri possa incontrare qualcuno che ascolta e che cerca di dare risposte ai vari bisogni, indirizzando anche ai vari servizi già presenti sul territorio e cercando di esprimere prima di tutto la condivisione e la vicinanza.

NASCE IL PUNTO DI ASCOLTO E DI AIUTO DELLA CARITAS

Domenica 14 novembre, in occasione della Giornata del Povero, abbiamo dato il via nella Comunità pastorale di Livigno e Trepalle, al Punto di Ascolto e di Aiuto della Caritas. Con una preghiera speciale per il mandato agli operatori volontari abbiamo affidato al Signore con fiducia il servizio che prende il via in questo periodo, chiedendo anche alla Comunità tutta la generosità e l’attenzione che ha dimostrato nei mesi difficili delle chiusure.

Questa iniziativa vuole essere un segno nella Comunità di attenzione verso gli ultimi, ma anche uno stimolo ad aprire sempre di più gli occhi ai vari disagi che una località turistica rinomata come la nostra spesso tenta di nascondere e di escludere. I problemi legati all’alloggio del personale, una vera integrazione delle famiglia di origine straniera, un’attenzione ai disagi crescenti legati alle carenze del sistema sanitario… sono solo alcuni del problemi che devono affrontare i singoli, come cristiani, ma anche le Istituzioni.

Il papa Francesco esprime nel messaggio della Giornata del Povero questo pensiero che vorremmo fare nostro: Seguire Gesù comporta un cambiamento di mentalità, cioè di accogliere la sfida della condivisione e della partecipazione. Diventare suoi discepoli implica la scelta di non accumulare tesori sulla terra, che danno l’illusione di una sicurezza in realtà fragile ed effimera. Al contrario, richiede la disponibilità a liberarsi da ogni vincolo che impedisce di raggiungere la vera felicità e beatitudine, per riconoscere ciò che è duraturo e non può essere distrutto da niente e nessuno”.

Lorenzo Zini, volontario Caritas

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