Pubblicato il: 17/11/2021Categorie: Como città di Confine, NewsTag: ,

17 novembre 2021 – Nel mese di settembre – precisamente il 3 e il 17 – sono giunte a Como complessivamente 65 persone afghane fuggite dal loro Paese, “chiuso” al mondo dall’occupazione talebana dopo il ritiro delle truppe americane.
La Cooperativa Sociale Symploké, che gestisce sul territorio comasco, su mandato della Prefettura di Como, diversi Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) ospitando migranti richiedenti protezione internazionale, si è data disponibile ad accogliere – con la collaborazione della stessa Caritas diocesana – due nuclei famigliari provenienti dalle città di Kabul e Farah e che hanno avuto accesso al territorio italiano via aerea attraverso la frontiera di Fiumicino (Roma).
Gli altri profughi giunti sul nostro territorio, invece, sono in carico alla Cooperativa Intesa sociale ed Exitus.

Il primo nucleo famigliare di 10 persone (5 adulti e 5 minori dai 2 ai 15 anni) è stato ospitato in un appartamento della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus da tempo affidato all’Associazione Eskenosen, in via Prudenziana a Como.

Il secondo nucleo, giunto il giorno 17, si compone di 15 persone tra cui 5 adulti e 10 minori dai 2 ai 17 anni. Attualmente in 9 sono accolti a Rebbio e 6 a Cernobbio.
Tutti i cittadini afghani ospitati sono in possesso di permesso di soggiorno per richiesta asilo politico e sono in attesa di adire la Commissione Territoriale che si pronuncerà sull’esito dell’istanza di protezione internazionale. La loro convocazione è stata repentina, considerando i tempi standard di convocazione. Ciò lascia presumere, ma non è nostra certezza o conoscenza, che anche l’esito delle loro istanze possa pervenire in tempi non eccessivamente lunghi.

A eccezione dei bambini non in età scolare (2 anni), tutti i minori sono stati inseriti regolarmente nei diversi percorsi formativi (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado).
Con l’obiettivo di raggiungere un sufficiente livello di conoscenza e utilizzo della lingua italiana e favorire la socializzazione, i ragazzini più grandi sono stati inseriti in appositi percorsi “ponte” con la collaborazione di Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) e alcuni istituti scolastici del territorio. Anche gli adulti frequentano corsi di lingua italiana (Cpia e scuola di italiano della parrocchia di Rebbio) e per chi possiede un buon livello di conoscenza della lingua italiana si stanno progettando corsi di avviamento al lavoro.

Con il presidente della Cooperativa Symploké, Stefano Sosio, facciamo il punto dell’accoglienza sul territorio.

«La gestione degli arrivi è stata a carico della Prefettura di Como – sottolinea Stefano Sosio – che ci ha coinvolto conoscendo la nostra esperienza di questi anni sul fronte dell’accoglienza delle persone straniere. Lo stesso ministero dell’Interno ha deciso, sin dai primi giorni dell’emergenza, di inserire questi arrivi nei tradizionali circuiti di accoglienza italiani, cioè i Cas e i Sai (Sistema di accoglienza e integrazione – ex Sprar). Symploké, che attualmente coordina l’ospitalità a una sessantina di persone straniere sul territorio comasco, affronta anche questa “sfida” con grande disponibilità, anche perché supportata da altre realtà con grande esperienza come l’Associazione Eskenosen, guidata dai coniugi Magatti, che già avevano collaborato con noi per la gestione dei centri di accoglienza straordinaria e che si sono subito attivati perché sensibilizzati dalla crisi afghana».

Qual è la situazione delle persone ospitate da Eskenosen?
«Per loro è già iniziato l’iter burocratico di richiesta di protezione internazionale, non avranno dei canali preferenziali perché venga trattata la loro richiesta. Da un punto di vista pratico i nostri operatori e operatrici si sono subito messi al lavoro per ricostruire la situazione sanitaria e la situazione documentale, alcuni bimbi già sono a scuola e ci si è dati da fare per garantire i servizi ai minori che spettano a loro. I genitori non fanno niente al momento però si attuerà per loro il programma degli altri richiedenti, cioè si capirà se loro hanno risorse o collegamenti sul territorio (parenti in Italia); ma di fatto quello che aspetta queste persone è il periodo di attesa nel Cas fino ai risultati dell’iter per l’ottenimento della protezione internazionale, che avrà un periodo di alcuni mesi. Ora si pensa di attivare per loro la scuola di italiano presso il Cpia o per alcuni di loro la scuola di italiano di Rebbio (parrocchia). Per gli adulti si farà un bilancio di competenze per l’inserimento in qualche esperienza lavorativa come gli altri adulti accolti da noi».

Dopo due settimane ecco il secondo arrivo a Como…
«Altre 15 persone erano destinate a Symploké, da sistemare presso il Cas dei padri Comboniani di Rebbio, nel quale l’accoglienza degli uomini era terminata un mese prima e l’abbiamo riadattato per ospitare queste 15 persone. In questo caso è un nucleo famigliare composto da due sotto-nuclei che si sono nei giorni scorsi divisi in due appartamenti, uno a Rebbio e uno nel Cas di Cernobbio. Questa divisione è un bene. E’ una richiesta venuta da loro, condivisa dalla prefettura. E’ un bene da un punto di vista abitativo e logistico».

Tutto si è svolto con ordine e con grande professionalità…
«Eskenosen, Intesa sociale e Exitus hanno provato a dare una risposta in base alle loro possibilità e all’esperienza maturata in questi anni. Per noi di Symploké non accadeva da più di un anno e mezzo – intendo accogliere persone nuove da sbarchi – Ora si è generato un fenomeno di questo tipo: le strutture si sono attivate, sono state messe sotto stress all’inizio di questa nuova emergenza, però tutto si è svolto bene, non c’è stata un’interruzione delle normali attività».

In queste settimane quali sinergie si sono attivate sul territorio?
«I padri Comboniani di Rebbio hanno una forte rete di volontari legata alla parrocchia e queste persone si sono attivate con grande volontà. A Cernobbio, invece, abbiamo potuto contare sulla rinnovata disponibilità di una persona privata a mettere a disposizione la sua abitazione, come già aveva fatto fino all’accoglienza precedente. Ciò ha permesso alla comunità e ad alcune istituzioni di Cernobbio (scuola, Comune) di attivarsi positivamente, creando una rete di accoglienza positiva».


L’ACCOGLIENZA DI SYMPLOKÉ SUL TERRITORIO

La Cooperativa Sociale Symploké gestisce sul territorio comasco, su mandato della Prefettura di Como, diversi Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) ospitando migranti richiedenti protezione internazionale per il tempo necessario al completamento dell’iter di richiesta di asilo politico.
L’ospitalità è diffusa attraverso strutture site nei comuni di Albese con Cassano, Cernobbio, Fino Mornasco, Lomazzo, Olgiate Comasco, Tavernerio, Como (padri Comboniani di Rebbio), Como (parrocchia di San Rocco), Como (via Prudenziana – Eskenosen).
A oggi la cooperativa accoglie famiglie per un totale di 67 persone.
Gli ospiti provengono dall’Africa (Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Ghana), dal Pakistan, dalla Siria, da El Salvador e ora anche dall’Afghanistan.

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