Pubblicato il: 13/04/2022Categorie: News
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13 aprile 2022 – La grande famiglia della Caritas diocesana di Como augura a volontari, operatori, collaboratori e sostenitori di vivere il cammino del Triduo pasquale alzando lo sguardo verso l’incontro con Gesù di Nazareth.

Carissimi volontari, operatori, collaboratori, sostenitori,

in vista del Triduo pasquale, centro della vita liturgica del cammino verso l’incontro con Gesù di Nazareth, desideriamo alzare lo sguardo!
È un tempo difficile, complesso da leggere e interpretare. Ma non fu diverso per le prime comunità cristiane.
Ecco allora che vorremmo raggiungervi con un augurio di speranza. Accompagnare Gesù di Nazareth, condividere le proposte delle nostre comunità, ma allo stesso tempo alzare lo sguardo oltre le attuali tragedie e fatiche e pensare che quella pietra rotolata è il più grande “scandalo” contro l’arroganza di chi pensa che violenza, soprusi, guerre siano l’unica strada che ci aspetti.

La Caritas diocesana di Como vuole credere fermamente che quello “scandalo” del sepolcro vuoto sia la sfida più grande, ma anche il segno più bello che il Dio della vita è l’assoluto protagonista della storia. Per questo ci lasciamo accompagnare dalle parole del vescovo don Tonino Bello e rinnoviamo il nostro impegno a farci compagni di viaggio degli emarginati, dei profughi, degli “ultimi della porta accanto”.

Cari amici,
come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole!
Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace!
Posso dirvi però una parola. Sillabandola con

lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”! La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla.
Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi.
Coraggio, disoccupati.
Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati.
Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.
Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito.
Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via.
Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione.

Vostro, don Tonino, vescovo

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