11 ottobre 2021 – Per la Caritas diocesana è stata una giornata di emozione e di festa quella trascorsa nella mattinata di sabato 9 ottobre in Valtellina con la benedizione di Casa di Lidia a Morbegno e l’inaugurazione della nuova sede Caritas di Sondrio e del Centro di Ascolto cittadino. Era presente il Vescovo, mons. Oscar Cantoni, oltre a operatori, volontari, autorità e tanti amici.
L’incontro a Morbegno per i dieci anni di Casa di Lidia
L’evento tanto atteso si è svolto in primo luogo a Morbegno, dove sono stati ricordati i dieci anni della Casa di Lidia, la struttura di accoglienza inaugurata nel febbraio 2011 in via Ganda 2.
Prima di visitare gli appartamenti di Casa di Lidia, all’esterno dell’edificio monsignor Cantoni ha incontrato e ringraziato i volontari che vi operano quotidianamente. «Davvero Casa di Lidia è un luogo dove ci si può sentire a casa – ha ricordato il vescovo – Questo è molto bello, perché allora non si tratta di una istituzione con regole, discipline e distanze che poi si creano inevitabilmente, ma di un luogo dove si vive un clima di accoglienza che favorisce veramente un rapporto fraterno e molto solidale».
Don Augusto Bormolini, vicedirettore della Caritas diocesana, ha sottolineato l’importanza di Casa di Lidia, che si è radicata in questi anni nella realtà valtellinese, e anche della nuova sede del Centro di Ascolto e degli uffici Caritas a Sondrio: «Queste realtà – ha ricordato don Augusto – e le persone che vi lavorano sono punti di riferimento indispensabili nelle nostre comunità e stimolano ognuno di noi ad essere ogni giorno più attenti alle persone in difficoltà, soprattutto in questi ultimi mesi segnati dall’emergenza Covid, che ha messo maggiormente in evidenza il disagio economico e sociale. Il lavoro di chi opera negli ambiti dell’ascolto e dell’accoglienza non è facile nelle nostre comunità, perché in Valtellina chi è in difficoltà ha un “pudore sacro” a manifestare il suo disagio. Ecco allora che ci viene chiesto un supplemento di sensibilità e di attenzione e, soprattutto, la collaborazione di tutti – singoli, associazioni e istituzioni – per trovare soluzioni adeguate e durature».
Una casa accogliente
Casa di Lidia, lo ricordiamo, è un’opera segno della Fondazione Solidarietà e Servizio Onlus della Caritas diocesana di Como.
Si pone come principale obiettivo l’accoglienza temporanea e gratuita in appartamenti di persone sole, donne con bambini e nuclei famigliari – italiani e stranieri – in situazione di disagio abitativo, con i quali costruire un percorso di autonomia economico-finanziaria e raggiungere la maturità necessaria per gestire la propria vita.
Casa di Lidia è aperta all’accoglienza dal settembre 2011 e a oggi sono state accolte oltre 260 persone. La struttura, gestita da un operatore della Caritas diocesana, dispone di 3 monolocali e 3 bilocali per l’accoglienza, di un ufficio Caritas e di un appartamento dove è presente una famiglia custode che si pone come riferimento per le persone accolte e aiuto per la cura e la gestione della struttura stessa.
Nuova sede Caritas a Sondrio
A seguire, l’incontro a Sondrio, dove è stata celebrata dal vescovo la S. Messa nella parrocchiale della Beata Vergine del Rosario e dove sono stati benedetti e ufficialmente inaugurati i nuovi spazi in via Bassi 4/a che ospitano gli uffici della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus e gli spazi del Centro di Ascolto e Aiuto, trasferitosi da via Carducci.
Le parole del Vescovo
Durante la S. Messa nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, il vescovo ha sottolineato l’importanza della vicinanza e della gratuità del nostro essere vicini alle persone bisognose e in difficoltà.
Ecco il passaggio della sua omelia.
«… E allora siamo noi che dobbiamo ringraziare i poveri, perché proprio attraverso questo senso di gratuità che ci insegnano – fatto di solidarietà, di semplicità, di vicinanza e tenerezza, ci mostrano un volto bello della nostra umanità, quella che dobbiamo riconquistare ogni giorno. Perché, se non torniamo a queste domande, c’è il pericolo di prendere le nostre occupazioni e anche il nostro volontariato, come uno “schema” che dobbiamo realizzare… un tran tran quotidiano, per cui siamo noi che facciamo, siamo noi che organizziamo, che siamo presenti da una parte all’altra, con il pericolo di sentirci dei benefattori. Persone che svolgono questo servizio e a cui spetta un grazie. Invece, impariamo a capovolgere un po’ tutto. E essere noi a dire grazie a coloro a cui offriamo il nostro tempo, le nostre mani, il nostro servizio, le nostre occupazioni, la nostra cura, perché fratelli e sorelle. E queste motivazioni dobbiamo ricordarcele continuamente. Altrimenti facciamo i capi, gli organizzatori, facciamo i presidenti, comunque coloro che gestiscono sempre le fila. E allora il nostro servizio sarebbe ridotto a un mestiere. Ma i nostro non è un mestiere. È un mistero. Mistero è una parola che sottende a servizio, disponibilità, gratuità, dono, pace, fratellanza, amicizia. Allora, il Signore ci aiuti continuamente a recuperare questi schemi, che sono schemi mentali prima che operativi. Proprio per vivere il nostro servizio come una restituzione. Un dono che ci è stato dato dal Signore. E che noi gratuitamente e benevolmente ricambiamo e riversiamo sugli altri. Sia così con l’aiuto del Signore».
Al rito eucaristico erano presenti, tra gli altri, l’arciprete don Christian Bricola, don Augusto Bormolini, il direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi (diacono) e l’assistente spirituale della Caritas diocesana, don Alberto Fasola.
Il commovente taglio del nastro
Di fronte alla palazzina di via Bassi 4/a la cerimonia del taglio del nastro: il fatidico e commovente gesto è toccato al consigliere della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus, Paolo Rapella. Poi i presenti, rispettando le norme anti-Covid, hanno visitato gli spazi interni, accompagnati dagli operatori della Caritas diocesana Loris Guzzi, Monia Copes e Sofia Poncetta. Tra i presenti, oltre al vescovo, il prefetto, Saverio Rosario Pasquariello.
«Il nuovo ufficio della Caritas a Sondrio – sostiene l’operatore della Caritas, Loris Guzzi – anche grazie alla centralità della sede vuole essere punto di riferimento sul territorio, avere la capacità di interagire con le comunità locali e dare risposte più efficaci alle esigenze delle persone. Dal canto suo, la nuova sede del Centro di Ascolto proprio annessa all’ufficio Caritas, è molto più accogliente e organizzata, con due sale di ascolto che permettono potenzialità maggiori rispetto agli afflussi quotidiani. Già ora, ma soprattutto in prospettiva, l’obiettivo è di avere una visione a 360 gradi sulla città di Sondrio e sul territorio che comprende i tre vicariati di Sondrio, Berbenno e Tresivio, dove poter trovare anche nuovi referenti, nuovi volontari – non sempre facili da intercettare – e lavorare in équipe».
Un grazie di cuore a “Il Dolce Forno” di Morbegno e alla scuola “PFP” di Sondrio che hanno collaborato per la preparazione dei rinfreschi che hanno allietato la serata di venerdì 8 e di sabato 9 ottobre.
La riflessione di don Augusto Bormolini sul “Settimanale” della Diocesi”
La Casa di Lidia
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