Pubblicato il: 01/12/2013Categorie: Editoriali, News

1 dicembre 2013 – Le emergenze di queste ultime settimane – la tragedia delle Filippine, il dramma in Sardegna, la guerra infinita in Siria, i continui arrivi dei “barconi della speranza” (non ultimo il salvataggio in extremis di 142 migranti al largo di Crotone) – ci confermano che il nostro lavoro e il nostro vigilare quotidiano non possono avere momenti di sosta.

Come sentinelle nella notte, dobbiamo sempre essere all’erta, pronti ad aiutare chi ci chiede aiuto e – forse oggi più che mai – essere anche “pungolo” per creare maggiore consapevolezza dei problemi che ci circondano e che sono causa del disagio e delle difficoltà del nostro prossimo. Essere consapevoli, infatti, significa innanzitutto conoscere, assumersi le proprie responsabilità e – perché no? – cambiare il proprio modo di pensare, il proprio stile di vita, il proprio modo – a volte distorto – di guardare chi è meno fortunato di noi e le sue necessità.

Ecco, allora, che la tragedia siriana deve essere un monito per richiamare la nostra attenzione sul tema della pace. Come i cataclismi naturali, le alluvioni che seminano morte e devastazioni (spesso conseguenza del degrado e dell’incuria dell’uomo), devono farci riflettere sull’importanza della salvaguardia del creato.

Sono convinto che la Caritas – attraverso il suo agire quotidiano e con l’esempio dei suoi operatori e dei suoi volontari – può essere di esempio e stimolare l’intera comunità cristiana, affinché il messaggio evangelico non resti solo sulla carta ma si incarni in scelte coraggiose di servizio.

Come ormai ci ha abituato da mesi, Papa Francesco insiste su questi temi con grande fervore e la sua invocazione non può non essere ascoltata.

La Caritas diocesana che ha da poco ricordato con tre giorni di festa a Morbegno, a Como e a Cuveglio i suoi “primi” 40 anni di vita intende proseguire il suo cammino perseverando nell’impegno quotidiano e con gesti concreti. E a proposito di gesti concreti, mi piace ricordare la realizzazione del nuovo dormitorio ospitato in una parte ristrutturata del Centro Cardinal Ferrari. Sono 40 posti letto (30 per gli uomini e 10 per le donne) che vengono così offerti a un crescente numero di persone senza dimora, soprattutto in questi mesi invernali. Il nuovo dormitorio, a cui si accede attraverso il nostro servizio di Porta Aperta, si aggiunge alle strutture già esistenti in città. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questa struttura e che la renderanno, giorno dopo giorno, operativa e accogliente.

Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como

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