Pubblicato il: 10/04/2020Categorie: Emergenza Coronavirus

10 aprile 2020 – Pubblichiamo le testimonianze di alcune volontarie impegnate in diverse parrocchie della città per assistere le persone e le famiglie in difficoltà economiche causate dall’emergenza Coronavirus. Il loro impegno è soprattutto sul fronte dell’ascolto, dell’assistenza, della distribuzione di cibo e buoni per l’acquisto di generi di prima necessità.


Parrocchia Santa Brigida – Camerlata

10 aprile 2020 – Il Gruppo di Volontariato Vincenziano di Santa Brigida è un piccolo gruppo di 5/10 volontari, a seconda dei periodi. «Come GVV siamo molto attenti all’aspetto della relazione e dell’incontro con il povero – racconta una volontaria – Lavoriamo a stretto contatto con la Parrocchia e con il Centro di Ascolto. Attualmente seguiamo 21 famiglie, da anziani rimasti soli a famiglie giovani con bambini piccoli. Persone generalmente in affitto, con spese vive piuttosto importanti. Tutti stanno avendo difficoltà con il lavoro».
La distribuzione di viveri era fatta una volta al mese, ma al momento è sospesa per contrastare il contagio dell’emergenza Coronavirus.
Continua la volontaria: «Stiamo distribuendo dei buoni prepagati, che utilizzavamo già d’estate, da spendere nei supermercati della zona. Tra i primi di marzo e la distribuzione di aprile è arrivata una serie di richieste impellenti da parte di famiglie che non riuscivano ad arrivare alla fine del mese. Siamo intervenuti con pacchi di emergenza, e la prossima distribuzione la faremo sia con dei pacchi viveri, molto ridotti, sia con i buoni prepagati. Nei pacchi abbiamo inserito anche dei disinfettanti, necessari per la prevenzione. In questo ultimo mese le richieste di aiuto sono aumentate».
«Oltre ad alcune nuove persone arrivate attraverso il Centro di Ascolto – prosegue – sono tornate alcune famiglie che abbiamo aiutato in questi anni e che erano riuscite a raggiungere l’indipendenza, ma che in questo momento non ce la fanno più. Speriamo che molti di loro riescano a ottenere i buoni spesa stanziati dal Comune e attraverso le altre forme di aiuto statali. Noi abbiamo forze limitate, riusciamo a fare qualcosa all’interno di movimenti molto più radicati e ampi. Ci vuole un intervento radicale da parte dello Stato, dei Servizi sociali per venire incontro a questa situazione. Molte persone che aiutiamo operano nella ristorazione, sono lavoratori stagionali del settore turistico che in questo periodo dell’anno lavoravano maggiormente. A settembre cosa faranno?».

Parrocchia Sant’Antonio – Albate

10 aprile 2020 – Questa la testimonianza di una volontaria della Caritas parrocchiale di Sant’Antonio. «All’inizio abbiamo cercato di organizzare la distribuzione di vestiti e cibo in modo da evitare gli assembramenti di persone, portando a domicilio le borse con alimenti e altri generi di necessità come detersivi e detergenti». Le volontarie però non si sentivano tranquille e, per tutelarsi continuando a prestare aiuto, si sono organizzate per aprire una linea di credito presso un’ortofrutta vicino alla parrocchia. «Il negozio vende un po’ di tutto in realtà, e in questo modo le famiglie riescono a fare una spesa completa. Abbiamo dato alla proprietaria un elenco delle famiglie, anticipando con degli assegni una cifra di cui la famiglia potrà usufruire, differenziata in base al numero di componenti di ogni famiglia. Loro possono fare acquisti entro quella cifra. Ci sembra che questa modalità stia funzionando bene, salvaguardando la dieta delle persone e sostenendo anche un piccolo esercizio commerciale locale». Continua la volontaria: «Il sostegno che riceviamo dalla nostra parrocchia è molto importante; tutte le settimane riceviamo donazioni e aiuti economici da parte dei parrocchiani. Attualmente seguiamo 25 famiglie, ma nella nostra parrocchia, pur non essendo grande, ci aspettiamo tante nuove richieste vista la situazione precaria. Finora non abbiamo mai messo un numero massimo di richieste e non siamo mai state costrette a dover rifiutare un aiuto. Speriamo di non dover arrivare a tanto nel prossimo periodo». Per far fronte alle nuove difficoltà, il numero della Caritas parrocchiale è sempre raggiungibile, per fornire ascolto e un aiuto, quando possibile.

 Parrocchia San Giuseppe – Como

10 aprile 2020 – «Nella parrocchia di San Giuseppe, così come in molte altre, la solidarietà non si ferma» racconta una volontaria della Caritas parrocchiale. Con l’appoggio fornito dal Banco Alimentare e grazie agli aiuti europei continua la distribuzione di cibo e vestiti per chi ne ha bisogno. Rispettando le distanze di sicurezza e con l’attenzione a tutelare volontari e famiglie, la Caritas parrocchiale ha allestito la distribuzione nel piazzale dell’oratorio. «Oltre a distribuire gli alimenti – spiega la volontaria – cerchiamo di stare vicini il più possibile alle persone, dando qualche dritta sulle misure in atto o su come rivolgersi ai servizi, anche se spesso su questi aspetti rimandiamo al Centro di Ascolto, che ha più strumenti per rispondere».
Le persone di buona volontà impegnate nell’assistenza prestano quotidianamente ascolto ai problemi e alle diverse situazioni. «Tutto ciò che facciamo – continua la volontaria – non potremmo farlo senza l’appoggio della nostra parrocchia: i soldi con cui facciamo fronte ai bisogni delle famiglie arrivano tutti grazie ai nostri parrocchiani. Abbiamo ricevuto appoggio in tante forme, montagne di alimenti, aiuti economici… Il denaro solitamente lo raccogliamo alla messa della prima domenica di ogni mese, ma a marzo e ad aprile non abbiamo potuto farlo. Tuttavia, è bastato pubblicare un avviso sul sito parrocchiale per permetterci di continuare a distribuire cibo alle persone. Ben presto i cestoni, nei quali viene raccolto il cibo in fondo alla chiesa, sono tornati a riempirsi; qualche persona si è direttamente rivolta ai frati, perché la mole di cibo era troppa per lasciarla in chiesa. Noi mettiamo le mani e il cuore, ma da soli non potremmo nulla».
«Le famiglie che si rivolgono a noi sono aumentate negli ultimi anni – conclude la volontaria – Oggi sono oltre 40, ma al momento non ne sono arrivate di nuove a causa dell’emergenza Coronavirus. Siamo comunque preoccupati per l’onda lunga che potrebbe arrivare a fine aprile, a maggio e nei mesi successivi».

 

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