Pubblicato il: 24/07/2019Categorie: Editoriali, News
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15 luglio 2019 – Ho lasciato trascorrere volutamente qualche giorno di tempo prima di scrivere queste poche righe di riflessione dopo la nostra visita nelle zone colpite dal terremoto. Ovviamente sono felice di aver appreso dal direttore della Caritas di Norcia-Spoleto, Giorgio Pallucco, e dal parroco della comunità di Sant’Eutizio, don Luciano Avenati, che un concreto passo in avanti è stato compiuto e, con realistiche previsioni, è possibile pensare che nel prossimo novembre (ma incrociamo le dita!) potrà esser inaugurato il centro di comunità reso possibile anche grazie alla grande generosità di tante parrocchie e tante persone di “buona volontà” della Diocesi comense.

Ciò significa che perseverare e non arrendersi alle tante difficoltà, soprattutto alla lentezza della burocrazia, porta sempre buoni frutti.

Detto ciò, mi preme fare un’altra osservazione. In questo momento storico convulso e complicato, in cui spesso ti sembra impossibile affrontare anche le problematiche più semplici da risolvere, è invece importante avere la forza di “alzare lo sguardo” e notare che non tutto è vano e anche l’operato di Caritas ha la sua importanza e capacità di reale concretezza.

Il cantiere avviato in Valnerina dimostra ciò e offre anche l’occasione di riflettere su un altro punto essenziale. La Caritas non lavora soltanto per affrontare e risolvere l’emergenza profughi e non ha mai accantonato gli altri ambiti di intervento, soprattutto di fronte a questo tipo di emergenze e di tragedie. Inoltre, mi piace sottolineare il fatto che, oltre alle “cose” progettate e in via di realizzazione, ciò che ha più valore sono i rapporti umani costruiti nel tempo e che danno senso al nostro agire.

Non dimentichiamo mai che la missione di Caritas è di vivere profondamente la relazione con le persone, fare comunione con chi ha bisogno di aiuto. Il centro di comunità che sta per essere realizzato in terra umbra fa parte di un cammino che non finirà quando la struttura sarà agibile e “viva”, ma continuerà in modo proficuo attraverso un importante scambio di esperienze tra le varie Caritas “sorelle”: Como, Mantova e Spoleto.

Questo sarà un momento che arricchirà le nostre Chiese e la vita complessiva delle nostre comunità a livello pastorale e comunitario.

Roberto Bernasconi
direttore della Caritas diocesana

 

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