Pubblicato il: 10/07/2012Categorie: Editoriali, News

10 luglio 2012 – Fortunatamente in Emilia e nelle zone particolarmente colpite dal terremoto, superata la fase dell’emergenza delle scorse settimane, si possono ora organizzare meglio gli interventi sia a favore delle persone sia sulle strutture, sulle case e sugli gli edifici danneggiati, ma che possono tornare presto agibili, grazie alla macchina della ricostruzione che non si è mai fermata.

Quindi, chi può torna nelle proprie case, il lavoro produttivo è ripreso e la gente, nonostante la paura non sia comunque passata, tenta di tornare a una vita normale.

Certo, il lavoro da fare è ancora tanto: gli sfollati sono oltre 15.000, per la maggior parte persone anziane ed extracomunitari che vivevano nei centri storici (le zone più colpite dal sisma) o nei numerosi cascinali di campagna. Tutte queste persone vivono oggi nelle tendopoli organizzate dalla Protezione civile e da tutti i soggetti che si sono mobilitati sin dal primo giorno con grande impegno e solidarietà.

La Caritas Italiana ha diviso i territori colpiti e ha suddiviso le competenze e gli ambiti di intervento per le Caritas regionali.

Come abbiamo già annunciato nei giorni scorsi, la Caritas diocesana di Como in collaborazione con la Caritas diocesana di Mantova, si è fatta promotrice di un intervento nella parrocchia di Quatrelle che fa parte dell’unità pastorale di Sermide e Felonica nella diocesi di Mantova.

In collaborazione con il parroco e il sindaco di Felonica, che ha messo a disposizione un terreno, è stato deciso di realizzare un prefabbricato che avrà una funzione di sala polifunzionale, luogo di aggregazione e soprattutto sarà adibito per la celebrazione della messa, poiché la chiesa di Quatrelle è inagibile a causa del campanile pericolante. La struttura, quindi, è di estrema necessità per una comunità complessiva di circa 500 persone. Per questa iniziativa è in corso una raccolta di denaro e siamo fiduciosi di poter raggiungere questo importante obiettivo.

Per quanto riguarda la diocesi di Carpi, la Lombardia dovrebbe seguire le comunità di Mirandola (sono in tutto 15 parrocchie, con circa 40.000 abitanti). Anche la nostra Caritas è coinvolta per questa realtà e vedremo nei prossimi giorni come potremo intervenire in modo concreto.

Infine, ricordo che in questo preciso momento, nelle zone colpite che ho avuto modo di visitare personalmente nelle scorse settimane, non c’è bisogno dell’intervento di nuovi volontari.

È invece probabile che nei prossimi mesi sarà necessaria una collaborazione allargata tra le parrocchie comasche e quelle emiliane per una più stretta vicinanza con le persone che hanno ancora bisogno di aiuto e sostegno psicologico.

Roberto Bernasconi, direttore Caritas diocesana di Como

Condividi questo articolo

Continua a leggere

Articoli correlati