
22 aprile 2025 – La Caritas diocesana di Como continua a camminare sulle orme di papa Francesco.
Ricordare in queste ore papa Francesco sembra anacronistico. Se c’è una persona – anche se oggi è nelle braccia del Padre – che mi riporta costantemente a un pensiero e a un’azione nel presente è proprio lui.
La sua azione pastorale di sacerdote, di pontefice, di guida spirituale (comunque termini sempre riduttivi rispetto allo spessore della sua persona in toto) hanno rimandato sempre a un’attenzione che riportava al “kairos”, cioè alla necessità vitale di stare legato al tempo, allo spazio, alla realtà del momento.
Per noi rimangono pietre salde le indicazioni rivolte per il 50esimo anniversario di Caritas Italiana. Le tre vie indicate per la pastorale della Caritas rimangono riferimenti sicuri per un’azione coerente con il tempo che viviamo: PAROLA, ULTIMI, CREATIVITÀ, con particolare attenzione ai giovani.
Punti di riferimento essenziali e vitali sono state le indicazioni pastorali dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, per un’azione pastorale missionaria, ministeriale, sinodale, rimettendo al centro il protagonismo delle donne e degli uomini chiamati come “santi della porta accanto”, non perché particolarmente preparati, ma perché disposti a giocarsi per il Vangelo, assoluta novità in ogni frangente della nostra storia.
Ci hanno ispirato le indicazioni della lettera enciclica Laudato Si’, come orientamenti fondamentali per aprirci a una dimensione “cattolica” anche nei confronti del Creato, della natura, dell’ambiente, con una spinta sempre maggiore a fare scelte concrete di salvaguardia e sviluppo (vedi le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali tra le tante).
Inoltre, siamo stati illuminati dalle indicazioni della lettera enciclica Fratelli Tutti, riscoprendo davvero che in questo mondo, in questa storia, nessuno “si salva da solo”; che, essendo “tutti sulla stessa barca”, dobbiamo continuamente investire in relazioni generative, alleanze solidali, ricerca di competenze per la costruzione del bene comune. In una parola, riscoprire la comune vocazione a essere umanità in cammino mano nella mano, guardando anche alle generazioni future.
Papa Francesco ha continuato a ricordarci che il sistema di morte delle armi, della guerra, dello sfruttamento incontrollato delle risorse, della speculazione finanziaria che genera “scarti” non può essere tollerato.
Certo, siamo tristi e consapevoli del vuoto lasciato dalla sua scomparsa come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma siamo altresì consapevoli che le sue indicazioni, il suo sentiero sono ormai tracciati e incancellabili. Non per suscitare ansia da emulazione. Piuttosto per dirci che non siamo soli, che il suo spirito è sempre con noi, che la sua Chiesa dalle porte aperte è già iniziata. Che il suo credere nella forza dei movimenti di base e il cambiamento dal basso è già in atto.
Ci manchi già, papa Francesco, ma sappiamo che non ci lasci smarriti. Anzi.
Allora grazie Papà del cielo che ce lo hai donato.
Grazie alle donne e agli uomini che lo hanno preso come esempio e lo hanno testimoniato nelle loro scelte.
Grazie Padre del cielo, perché con i tuoi testimoni e profeti ci dimostri sempre che la tua misericordia infinita non si esaurisce nella presenza di singoli uomini e donne, ma continua nella fede e nella vita di chi crede nella comunione dei Santi (soprattutto di quelli che conosciamo per nome e attraversano le strade dell’ordinario quotidiano), e che genera vita, giustizia, dignità, rispetto, accoglienza.
Ancora una volta siamo consapevoli che bisogna ripartire “con” gli ultimi, con gli “scarti”.
Con coloro che ci mostrano il volto sofferente del Crocifisso.
Questa Pasqua di risurrezione allora ci ha ancora una volta rivelato che la PACE del Risorto va oltre il silenzio delle armi.
Ma è lo stile di chi, come papa Francesco, ha tracciato la linea della fraternità, degli abbracci, dei gesti inediti, non per protagonismo, ma al servizio di tutti, soprattutto di “chi non ha voce”.
Allora, “noi e non gli altri” ci impegniamo a percorrere la stessa strada per rimanere fedeli non tanto al suo carisma, ma a quel Credo che si fonda sul Vangelo, quello che papa Francesco ha testimoniato ogni giorno della sua vita.
Grazie papa Francesco, vai e continua a tenerci per mano.
Rossano Breda, direttore della Caritas diocesana di Como
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