
02 dicembre 2020 – Una storia lunga 120 anni quella di Casa Nazareth. Una realtà da sempre inserita nel tessuto di carità della città di Como, che oggi scrive un nuovo capitolo della propria storia, in piena collaborazione con la Diocesi. Grazie, infatti, a un’intesa fra la Chiesa di Como e la Congregazione delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento, la struttura di Casa Nazareth, al numero 12 di via San Luigi Guanella, è stata affidata alla Diocesi: una porzione di edificio continuerà a essere abitata dalle religiose – attualmente cinque, che saranno il cuore della “Casa”, con la loro preziosa preghiera di adorazione – tutto il resto è a disposizione della Chiesa di Como, che lo consegna alla gestione della Caritas diocesana.
«Si tratta di un progetto nel quale abbiamo creduto – riflette il Vescovo, monsignor Oscar Cantoni – Lo spazio è ampio e ha molte potenzialità. Nulla, però, è già scritto o precostituito. Ci sono alcune necessità immediate, a cui sarà possibile far fronte, certo, ma Casa Nazareth è un progetto che si costruirà insieme, nel dialogo con la città, le parrocchie, le associazioni, la diocesi nel suo insieme, le istituzioni… sia guardando alle esigenze concrete, sia pensando a esperienze di condivisione e formazione. Siamo al primo passo di un cammino, con la volontà di mettere al centro le persone e l’impegno a vivere una carità fatta di volti e relazioni. Ringraziamo le Suore Adoratrici per questa preziosa collaborazione».
«Casa Nazareth – sottolineano le religiose pensando alla nuova collaborazione con la Diocesi – è sempre stata una realtà attenta ai segni dei tempi e anche “oggi” si è interrogata su quali risposte dare alle molteplici richieste del territorio e della Chiesa di Como. Questa struttura – concludono – è frutto dei sacrifici e dell’impegno delle tante suore che qui hanno vissuto la loro vocazione. Noi siamo anziane, ma continueremo il nostro servizio per la Diocesi e la Caritas, offrendo le nostre preghiere».
L’edificio è stato una realtà di accoglienza con un’attenzione particolare alle donne. Prima alle ragazze che a inizio Novecento si recavano a Como per studiare o lavorare, poi, dal 1957, pensionato per signore anziane (mantenendo una mensa diurna per le lavoratrici), quindi dal 1983, centro di spiritualità e, dal 1999 al 2007, un luogo di accoglienza e accompagnamento per il riscatto delle donne vittime di tratta (65 le giovani aiutate in un percorso di autonomia).
Soddisfazione per questo nuovo progetto è espressa dal direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi che parla di Casa Nazareth come una delle “opere segno” presenti nel territorio della Diocesi. La prima risposta concreta che verrà offerta da Casa Nazareth è sul fronte del sostegno alimentare con l’apertura di una mensa per i poveri che accorpi le realtà già attive in città. Un progetto a cui stanno lavorando da tempo la Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus, assieme alla Casa della Missione di Como (Missionari Vincenziani), alla Casa Vincenziana Onlus, alla Mensa serale Beato Luigi Guanella (Suore Guanelliane Figlie di Santa Maria della Provvidenza) e all’Associazione Incroci (Mensa serale Beato Luigi Guanella).
«La struttura – spiega il direttore della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus, Massimiliano Cossa – è stata data dalle suore Adoratrici alla Diocesi di Como e il Vescovo ha pensato di metterla a disposizione per dei servizi caritativi e per la Caritas diocesana. Vista l’ampiezza degli spazi e l’urgenza del bisogno, il pensiero è andato subito alla mensa. Così nei giorni scorsi abbiamo fatto un sopralluogo con i nostri tecnici e i referenti delle diverse mense cittadine: l’idea è di destinare il primo piano alla mensa diurna e serale, oltre all’ampio cortile che potrà essere usato per l’attesa e la socializzazione, evitando così alle persone di sostare in strada o di creare assembramenti. I primi locali a essere utilizzati saranno un ampio salone che, con le normative pre-Covid poteva ospitare fino a 80 persone contemporaneamente (ora, ovviamente, saranno meno), e un altro spazio che potrebbe essere utilizzato come punto di distribuzione. Abbiamo trovato una struttura davvero bella e ben tenuta, nonostante oltre un secolo di vita e per questo non possiamo che ringraziare le suore Adoratrici che con passione e costanza se ne sono prese curaۚ».
Leggi e scarica il report sul “Settimanale della Diocesi di Como”
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