Per il terzo anno consecutivo la Comunità pastorale di Tavernerio, Solzago e Ponzate (Vicariato di Lipomo), da alcuni mesi intitolata a Santa Maria Madre dell’Accoglienza, ha aderito al Progetto Betlemme. L’accoglienza è organizzata in un locale dell’oratorio di Tavernerio. I volontari impegnati sono circa 30. L’ospite è Juma, originario della Sierra Leone.

21 febbraio 2024 – «Siamo partiti nel 2021 con circa 20 volontari sostenuti da don Giorgio Cristiani che, conoscendo già questa realtà, ci ha coinvolto e accompagnato in un’avventura rivelatasi un’importante occasione di crescita personale e comunitaria.
L’ esperienza, se vissuta con l’attenzione alla persona, è molto arricchente dal punto di vista umano e invita a una visione più aperta della realtà in cui viviamo. Crea la consapevolezza che accanto a noi esistono situazioni di vita di cui normalmente non siamo portati ad accorgerci. Questo ci ha spinto a proseguire, ora con il sostegno di don Paolo Busato, arrivando a oggi.

Il gruppo di volontari che si è ampliato, è molto eterogeneo e ora è composto da circa 30 persone, di età compresa tra i 18 e i 70 anni. Siamo coppie di sposi, amici e amiche, cognate e cognati, genitori con figli e singoli, appartenenti alla comunità pastorale di Tavernerio, Solzago e Ponzate, ma anche alla vicina parrocchia di Albese con Cassano.
Nel gruppo c’è chi si occupa della stesura dei turni, chi del lavaggio della biancheria, chi di accogliere la sera e salutare al mattino il nostro ospite, chi di fornire il necessario per la colazione.

Attualmente, nel locale predisposto nell’oratorio di Tavernerio, è ospitato Juma, originario della Sierra Leone. Con lui abbiamo condiviso il desiderio di raccontare questa esperienza e così gli abbiamo chiesto di parlarci di lui.

Ecco la sua testimonianza.

Mi chiamo Juma, sono in Italia dal marzo 2017, arrivo dalla Sierra Leone che ho lasciato per diversi problemi che non mi permettevano una vita libera e serena.
Ho 3 figli di 14, 12 e 10 anni, rimasti in Sierra Leone e che non vedo da ormai 8 anni.
Fino a quando ho avuto i documenti in regola ho eseguito diversi lavori (giardinaggio, ristorazione, allestimento di interni) con regolare contratto. Attualmente sto provando a rinnovare la documentazione necessaria e di reinserirmi nel mondo del lavoro, così da poter continuare a prendermi cura della mia famiglia. Sono contento di stare qui a Tavernerio e se un amico mi chiedesse un parere direi di provare questa esperienza.

Juma, come anche i due precedenti ospiti, si mostra desideroso di offrire il proprio contributo e così si cerca di coinvolgerlo, per quanto possibile e sempre a fianco dei volontari. Insieme si prendono cura delle pulizie degli ambienti parrocchiali e dell’esterno della chiesa. Juma viene invitato a partecipare alle occasioni festose e si creano momenti di incontro con un gruppo di giovani di Legàmi, accompagnati da padre Carlo, missionario Saveriano.
L’idea non è solo di aprire o chiudere una porta, ma di creare relazione con la persona accolta e tra i volontari e la comunità.

“Essere delle piccole luci che accendiamo nel cuore di chi, per tanti motivi si trova a vivere sulla strada e chiede di essere accolto”: fare nostra questa riflessione del vescovo Oscar Cantoni è un po’ il desiderio del gruppo, senza voler pensare in grande, ma mettere al servizio il nostro tempo e, ciascuno con le proprie capacità, accogliere la persona così come è, con il suo vissuto, le sue difficoltà e preoccupazioni e i suoi desideri.

In noi, a volte, nasce un senso di inadeguatezza, si vorrebbe poter risolvere la situazione e non solo porgere un piccolo sollievo temporaneo. Ma forse non è questo quello che ci viene chiesto… La speranza è che il nostro piccolo impegno/servizio venga recepito come vicinanza, faccia sentire il nostro ospite meno solo e gli offra un punto di riferimento».

Alcune volontarie del Progetto Betlemme della Comunità pastorale Maria Madre dell’Accoglienza

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