Pubblicato il: 23/05/2013Categorie: Editoriali, News

23 maggio 2013 – Come facciamo puntualmente ogni anno, rendere conto del bilancio economico è per la Caritas diocesana un “atto dovuto”, un vero e proprio “dovere” nei confronti della Chiesa comense e della stessa comunità, sensibile e attenta alle necessità e alle iniziative di carità – circa una cinquantina – che ogni anno vengono sostenute sull’intero territorio diocesano.

Parlare di cifre può sembrare un’operazione arida che ha poco a che fare con la carità vissuta quotidianamente; tuttavia, elencare somme di denaro e i progetti cui questo denaro è destinato, può essere anche un giusto esercizio di trasparenza, poiché i fondi che la Caritas riceve attraverso l’istituto dell’8 per mille e quelli che sono frutto di offerte libere fatte dalle parrocchie o da singoli non ci appartengono. Noi, infatti, siamo soltanto degli esecutori, chiamati attraverso la disponibilità di questi fondi a studiare e concretizzare progetti di vita a favore delle persone bisognose.

La Caritas – lo ricordiamo – non lavora infatti per se stessa, ma a nome della comunità. Quella comunità che non è importante solo quando occorre raccogliere fondi, ma soprattutto quando è protagonista di ciò che si realizza, perché da essa e dalle persone attente ai bisogni nascono stimoli e proposte concrete di intervento sul fronte del disagio e delle emergenze.

La Caritas – è giusto sottolinearlo – ha anche un’altra grande responsabilità, cioè di usare bene questi fondi, che devono essere destinati nella loro totalità all’uso per cui sono stati raccolti. Questo uso corretto dei fondi che ci vengono donati è una priorità che la Caritas diocesana si è data, partendo dal dovere morale che abbiamo verso i donatori, ma anche verso le persone cui questi beni sono destinati. Noi abbiamo messo in atto, anche quest’anno, un cammino di sobrietà e di essenzialità sia nei progetti che proponiamo sia nelle strutture che ci permettono di realizzare questi progetti. La sobrietà è un valore che ci impegna affinché i fondi che abbiamo ricevuto siano spesi bene a favore delle persone bisognose. Ma – è bene evidenziarlo – è anche un principio, una “disciplina di vita” che ci permette di ben valutare ciò che è superfluo e inutile da ciò che è essenziale per noi e per il nostro prossimo.

In quest’ottica, mi piace sottolineare le iniziative che la Caritas diocesana ha portato avanti in questi mesi, per esempio in terra mantovana ed emiliana, colpita dal grave terremoto nel 2012. Per quelle zone e per quella gente ci siamo mobilitati con opere concrete: mi riferisco in particolare agli interventi economici per realizzazioni nelle località di Sermide, Quatrelle e Sant’Antonio Mercadello e al gemellaggio tra le nostre comunità. Ma vorrei anche ricordare – su un altro fronte di emergenza – l’impegno che la Caritas diocesana, con altri soggetti pubblici e privati del territorio, ha messo in atto per accogliere i profughi fuggiti dalla guerra libica.

Per tutti questi motivi, quindi, rendiamo pubblico, attraverso il “Settimanale della Diocesi di Como” il bilancio della Caritas relativo all’assegnazione dei fondi con cui riusciamo a far vivere anche alcune strutture essenziali gestite direttamente dalla Caritas stessa e diamo un contributo significativo che permette a tanti enti sparsi sul territorio della Diocesi – che si impegnano in prima persona per la promozione dell’uomo in difficoltà – di continuare la propria opera.

Rendiamo pubblico anche il bilancio delle attività Caritas che riguardano adozioni internazionali, progetti riguardanti le realizzazioni effettuate con le raccolte della “Quaresima di Carità” e le raccolte fatte in occasione di emergenze legate alle calamità naturali.

Si può constatare che la generosità della nostra Diocesi è sempre molto viva e grande: pur vivendo momenti di ristrettezze economiche – come abbiamo già evidenziato lo scorso anno – le cifre che ci sono state messe a disposizione sono importanti; questo ci chiama a un rinnovato impegno, perché attraverso le opere di carità che riusciamo a realizzare si renda visibile questa generosità e divenga “segno” attraverso tutti noi dell’amore di Dio per tutti gli uomini.

Roberto Bernasconi, direttore Caritas diocesana di Como

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