Pubblicato il: 01/06/2023Categorie: News

1 giugno 2023 – «Il frutto più bello di questi cinquant’anni è che la Caritas non sia solo praticata da poche persone ma sia una sensibilità comunitaria. L’idea insomma che in ogni parrocchia tutti quelli che partecipano all’Eucarestia sappiano che sono operatori Caritas. È questa la prospettiva che dovremmo darci per il futuro: far sì che ciò che celebriamo, così come l’annuncio evangelico che riceviamo, non resti solo annuncio o celebrazione ma diventi vita, diventi testimonianza. Quindi che si diffonda sempre più questo spirito di solidarietà di base, per cui volontari e operatori sarebbero meno impegnati perché davvero tutti si impegnano».

Sono queste le parole di don Augusto Bormolini, parroco di Tresivio e storico vicedirettore della Caritas diocesana di Como, che chiudono il documentario “Cinquant’anni di Caritas Como: una storia che continua”, presentato in apertura dell’assemblea diocesana che si è svolta lo scorso sabato 27 maggio a Delebio.
Una giornata di festa quella in Valtellina che ha visto radunati nel salone dell’oratorio – reso ancora più bello dallo stand curato dal Centro diurno l’Incontro di Como – circa centocinquanta persone provenienti da ogni angolo della Diocesi: c’era il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, gli operatori Caritas, guidati dal direttore Rossano Breda, e dall’assistente don Alberto Fasola. C’era l’ex direttore don Battista Galli, il vicario per la pastorale don Alberto Pini, il parroco di Delebio, don Angelo Mazzucchi, il direttore di Fondazione Caritas, Massimiliano Cossa, e il presidente Mario Luppi e, con loro, molti altri laici e sacerdoti in un clima di vera e profonda familiarità.
A dare un tocco di ufficialità ulteriore a questo momento anche la presenza di Silvia Sinibaldi, vicedirettrice di Caritas Italiana arrivata in Valtellina per portare il saluto e la vicinanza di tutte le Caritas diocesane d’Italia.

UNA LUNGA STORIA FATTA DI VOLTI

La mattina, come già accennato, si è aperta dopo i saluti e la preghiera, con la proiezione del documentario realizzato da Andrea Rossini e dall’équipe comunicazione Caritas. Non una semplice celebrazione di quanto vissuto in questi cinquant’anni, né il tentativo di offrire una ricostruzione storica degli eventi trascorsi, quanto il desiderio di restituire ai presenti la ricchezza e la complessità di una storia stratificata, costruita un mattone alla volta dalle mani e dai sogni di centinaia di uomini e donne, sacerdoti e laici, i cui volti sono scorsi sullo schermo (il video è disponibile sul Canale Youtube della Caritas diocesana di Como e sul sito www.caritascomo.it in homepage).
Al termine del video la parola è passata a Davide Boniforti, psicologo di comunità, la cui relazione ha fatto da filo conduttore all’intera giornata. Partendo dai risultati del questionario che era stato diffuso nei mesi scorsi Boniforti ha offerto alcuni spunti utili per provare, insieme, a «costruire un nuovo villaggio».
Uno spazio, ha detto, dove «le persone, poveri compresi, non vengano percepiti solo per i loro bisogni, ma come portatori di competenze».
Da qui l’invito ad essere “ascoltatori ospitali” e a mettere in campo iniziative e comportamenti che possano favorire il dialogo delle persone tra loro. «A noi – ha detto – spetta il compito di ricostruire il “villaggio” ovvero la comunità. Risvegliando nelle persone il desiderio di fare insieme».

LA SANTA MESSA E LA CONSEGNA DELLO STATUTO

Momento culminante della mattina è stata la celebrazione della messa, nella vicina chiesa, presieduta dal vescovo, il cardinale Oscar Cantoni, e concelebrata dai numerosi sacerdoti presenti. Al termine il Vescovo ha consegnato al direttore Rossano Breda lo statuto rinnovato dopo oltre trent’anni.

La giornata è proseguita, in una cornice di vera fraternità, con il pranzo e i lavori di gruppo.
Al termine, prima del tradizionale taglio della torta, il ricordo, doveroso e sentito, del diacono Roberto Bernasconi, scomparso lo scorso anno, attraverso il video che era stato realizzato in occasione del primo anniversario della sua morte. Un momento di commozione che ha fatto da preludio ai saluti finali affidati al direttore e ai vicedirettori.
«Il Papa – ha concluso Rossano Breda – ci dice di non aver paura a cambiare il paradigma e questo per noi oggi vuol dire vivere concretamente parole con sinodalità, ministerialità. Solo così potremo annunciare un Regno che non sarà, ma che è già oggi!».

Tutti i particolari della giornata di Delebio

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