7 settembre 2021 – Da venerdì 3 settembre sono 27 le persone afghane – fuggite dal loro Paese, “chiuso” al mondo dall’occupazione talebana dopo il ritiro delle truppe americane – che sono state accolte nel Comasco. Di queste, un intero nucleo famigliare (1 uomo, 4 donne tra cui una 60enne e una incinta e 5 minori) è stato ospitato in un appartamento della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus da tempo affidato all’Associazione Eskenosen, in via Prudenziana a Como, con il supporto della Cooperativa Symploké e la supervisione della stessa Caritas diocesana (gli altri profughi giunti sul nostro territorio, invece, sono in carico alla Cooperativa Intesa sociale).
«Venerdì sera io e alcuni operatori siamo andati a Bresso, in provincia di Milano, dove è stato allestito dalla Croce Rossa Italiana un centro di accoglienza e di smistamento regionale per queste persone – racconta Alessio Cazzaniga, direttore della Cooperativa Symploké – Abbiamo quindi accompagnato nella notte a Como questo nucleo famigliare a noi assegnato. In quelle ore concitate erano stanchi, spaesati e in grande difficoltà psicologica. Ci vorranno giorni perché possano ambientarsi e capire come sarà la loro permanenza in Italia. Non parlano la nostra lingua e per questo è fondamentale l’aiuto di un mediatore culturale che ci sta dando una mano preziosa».
Nei prossimi giorni si capirà come gestire quotidianamente l’accoglienza…
«La sfida è su tanti fronti – sostiene Alessio Cazzaniga – non ultima quella di aiutare una persona che è portatore di disabilità. Symploké è impegnata soprattutto nella gestione delle procedure legali, nel supporto organizzativo (spesa, vestiti, piccole necessità) e la sinergia con Eskenosen e con Caritas per tutti gli altri aspetti di accoglienza è totale. Fortunatamente, grazie al lavoro di ospitalità dato ai profughi in passato, siamo preparati ad affrontare ogni difficoltà».
«E anche ad accogliere nuove persone se sarà necessario – gli fa eco il direttore della Caritas diocesana di Como, Roberto Bernasconi – sperando di coinvolgere altre realtà sul territorio. Come spesso è avvenuto anche in altre occasioni, già ci sono segnali positivi di collaborazione e persone disponibili a dare il loro tempo e una mano concreta nell’accoglienza quotidiana di questi uomini, donne e bambini che hanno perso tutto e si sono completamente affidati alla nostra solidarietà».
Avviso dalla Caritas diocesana
In molti hanno contattato in questi giorni la Caritas diocesana chiedendo come poter dare una mano ai profughi afghani in arrivo tramite raccolte di indumenti e altro materiale.
Al momento, dato il limitato numero di presenze, non vi sono particolari esigenze, per cui non è stata attivata alcuna campagna.
Eventuali necessità verranno comunicate tempestivamente tramite i canali informativi della stessa Caritas.
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