
1 dicembre 2022 – Di fronte alla gravissima emergenza causata dalla guerra scoppiata lo scorso febbraio in Ucraina, anche la comunità parrocchiale di Maslianico si è mobilitata e ha risposto positivamente all’invito della Caritas diocesana di Como di accogliere e ospitare nuclei famigliari ucraini in fuga dal conflitto.
E così, il 23 settembre scorso, grazie alla sensibilità di don Natalino Pedrana, dei membri del Consiglio pastorale e di alcuni parrocchiani disposti a dare una mano nell’organizzazione, ecco l’arrivo della prima famiglia ucraina – papà Serhii, mamma Olha con la figlia Rehina (6 anni) e il figlio Artem (13 anni) – ospitata nei locali preparati in questi mesi, dopo alcuni lavori di sistemazione, nell’oratorio della parrocchia di via Cesare Battisti 19/a e che già avevano ospitato un’altra famiglia proveniente dalla Nigeria.
Dopo un lungo viaggio in auto, al loro arrivo in Italia ai primi giorni di luglio provenienti dalla martoriata città di Kherson, i quattro componenti il nucleo famigliare sono stati accolti a Como da una connazionale e successivamente presso Casa Nazareth, la struttura di via Don Luigi Guanella che ospita la mensa di solidarietà per i senza dimora e che ha messo a disposizione – grazie alla disponibilità della Fondazione Caritas e Servizio Onlus – alcuni appartamenti proprio per far fronte all’emergenza ucraina. Al successivo arrivo a Maslianico, Serhii, Olha, Rehina e Artem si sono subito ambientati dimostrando grande disponibilità e il desiderio di “non essere di peso”, ma di integrarsi il meglio possibile.
Finora tutti hanno ricevuto il permesso di soggiorno per protezione temporanea (che durerà fino a marzo 2023), sono stati iscritti al Servizio sanitario nazionale e hanno un medico di fiducia.
Serhii e Olha frequentano il corso di lingua italiana al Cpia, la scuola che si occupa di formazione per gli stranieri adulti. I ragazzi, invece, sono iscritti regolarmente a scuola: Rehina frequenta la classe prima della scuola primaria di Maslianico, mentre Artem la terza della scuola secondaria di primo grado di Cernobbio.
Una quotidianità fatta di tante piccole cose, nuove relazioni, occasioni di incontri, con il prezioso aiuto delle persone volontarie della parrocchia che hanno assunto l’impegno di seguire questi ospiti e aiutarli nel loro soggiorno “forzato” in terra lariana. Eh sì, perché il loro obiettivo è di avere l’opportunità di ritornare in Ucraina al più presto, in particolare a Kherson che è la loro città, dove hanno il lavoro, i parenti, gli amici. Kherson, che proprio recentemente è stata liberata dai militari ucraini, dopo aver subito morte e distruzione, e non è certo facile conoscere quel che resta di luoghi familiari risparmiati dalle bombe o di relazioni interrotte dal conflitto. Insomma, tornare alla tanto sperata normalità non sarà facile e per ora resta soltanto un sogno.
Ricordiamo che l’alloggio che ospita la famiglia ucraina – composto da un locale cucina/soggiorno, due camere e un bagno, il tutto arredato con mobili nuovi o dati in dono – è stato dato in comodato d’uso dalla parrocchia alla Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus. Grazie a questo prezioso spazio la Comunità Pastorale Beata Vergine del Bisbino corona così il desiderio di essere attiva con gesti concreti di sensibilità anche per i mesi futuri, pronti ad accogliere temporaneamente persone o famiglie in difficoltà. Una sensibilità dimostrata in tante altre forme, come con la generosa raccolta fondi messa in atto nei mesi scorsi su invito della Caritas diocesana di Como proprio per aiutare la popolazione ucraina coinvolta nel conflitto.
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