
Per il secondo anno, la Comunità Beata Vergine del Bisbino ha aderito all’iniziativa proposta dalla Caritas diocesana di Como nel quadro dell’Emergenza Freddo, dall’evocativo nome di “Progetto Betlemme”.
Come lo scorso anno, la Comunità ha visto il coinvolgimento di una quarantina di volontari, in parte rinnovati nell’organico.
L’accoglienza ha riguardato due ragazzi senza fissa dimora: Alì, pakistano di 25 anni, alla sua seconda esperienza con noi, e Hamdi, trentenne egiziano che a metà percorso è stato accolto presso un CAS, progredendo nel suo percorso di integrazione.
Secondo anno significa avere già acquisito un bagaglio di esperienze; in particolare, per noi ha voluto dire una maggior facilità di rapporti e coesione tra volontari, provenienti da tutte le parrocchie della Comunità. Ma anche una crescita nella relazione personale tra noi e gli ospiti, che li ha visti coinvolti in occasioni festose, nel prodigarsi in alcuni lavori negli oratori, e anche nella partecipazione a eventi religiosi, come la Via Crucis; e questo per fare solo alcuni esempi.
Nelle riflessioni che ci è capitato di fare riguardo a questa nostra esperienza, è apparso evidente che la finalità del progetto non è semplicemente aprire e chiudere una porta, ma è dedicare il nostro tempo all’ascolto di persone che hanno necessità di portare alla luce i loro bisogni, di trovare non soluzioni immediate, ma occhi capaci di accorgersi di loro. I nostri ospiti si sentono spesso “invisibili” al mondo e, quando anche solo una piccola luce si accende, sperimentano anche loro il centuplo evangelico.
Inevitabilmente, nelle nostre realtà, si tratta di piccole luci; occorre non coltivare aspettative esagerate, ma imparare ad accogliere chi si ha davanti così com’è, con la propria storia; e, nello stesso tempo, occorre non pretendere neppure da noi ciò che non riusciremmo a dare. Questa esperienza, proprio nelle non aspettative, si rivela un ricevere il centuplo anche per noi. Scoprendo dinamiche di carità che hanno creato un legame al di là delle appartenenze parrocchiali e anche al di là della partecipazione ecclesiale, consolidando tra di noi un forte spirito comunitario.
Nel mese di aprile l’esperienza si è conclusa, almeno per il momento, dando l’impressione che ognuno sia tornato per la sua strada, senza cambiare le condizioni e la situazione di nessuno. Ma, alla luce di quanto fin qui scritto, vale la pena chiedersi: “Siamo sicuri che il Progetto Betlemme non cambi la nostra e la loro vita?”. Il centuplo di cui parla Gesù, sembra proprio dirci altro.
la Comunità Beata Vergine del Bisbino
Il progetto nei dettagli
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