Pubblicato il: 21/02/2013Categorie: Editoriali, News

21 febbraio 2013 – Anche quest’anno – come è stato riportato ampiamente anche sulle pagine de “il Settimanale della Diocesi di Como” e attraverso l’opuscolo in distribuzione in tutte le parrocchie della Diocesi – la Caritas diocesana in collaborazione con il Centro Missionario Diocesano propongono di sostenere alcuni progetti attraverso la raccolta fondi di Quaresima-Pasqua di fraternità 2013. In particolare – lo ricordiamo – l’impegno è rivolto a iniziative in Sud Sudan, in Perù, in Eritrea e, in Italia, nella realtà di Licola Mare (Pozzuoli).

L’obiettivo è di vivere in modo concreto la nostra vicinanza con queste popolazioni attraverso la nascita o la definitiva concretizzazione di piccoli progetti che possano migliorare la loro vita. È il proseguimento, quindi, di un cammino che parte proprio da questo periodo di Quaresima e proseguirà nel tempo dando certamente frutti di solidarietà e di fraternità.

Tempo di Quaresima, dunque. Un tempo che non è solo un periodo di ripensamento e di purificazione personale, ma anche cammino di un popolo che – come ci ricorda l’esperienza dell’Esodo biblico – procede per lungo tempo tra le insidie del deserto, ma dove ha anche la possibilità di ritrovare se stesso attraverso la conversione e ritrovando le motivazioni profonde che lo fanno sentire unito.

L’orizzonte che a poco a poco si rende concreto davanti ai nostri occhi è la terra promessa. Che per noi cristiani non è un luogo fisico, bensì una condizione spirituale di vita nuova, dove al centro ci sono la persona umana, il nostro prossimo, e l’impegno dell’accoglienza e della condivisione.

La riscoperta di Cristo e della sua Chiesa passa, quindi, proprio attraverso la riscoperta dell’uomo.

E soltanto attraverso la promozione umana si può ritrovare il senso di questo cammino di purificazione tipico del periodo quaresimale. Tutte le attività della Caritas hanno senso e trovano linfa da questo convincimento. Ponendo l’attenzione sia ai bisogni di popoli lontani sia nei confronti delle persone che ci sono più vicine.

La stessa attività dei servizi attivi sul territorio diocesano – penso al prezioso lavoro svolto dai Centri di Ascolto, da Porta Aperta, dagli operatori e volontari nelle attività di accoglienza e accompagnamento dei profughi, dalle Caritas parrocchiali e così via – va proprio in questa direzione e va sostenuto con grande convinzione.

Di fronte a questa realtà, il cammino di Quaresima e la Pasqua di fraternità rappresentano così un momento di verifica, ma anche di condivisione. Tutti noi, singolarmente, siamo chiamati a dare il nostro piccolo contributo per rendere la vita di chi è meno fortunato un po’ più bella e più degna di essere vissuta.

Come? L’aiuto economico è sicuramente utile, ma credo sia altrettanto importante uscire dalla logica di “monetizzare” ogni nostra azione e dare un po’ più del nostro tempo e della nostra attenzione facendoci prossimi con lo sguardo, il cuore, i gesti, l’amicizia, l’accoglienza. Il mondo del volontariato nella nostra Diocesi – fatto di giovani e meno giovani di buona volontà – si nutre proprio di queste energie e con queste energie affronta con amore e carità le difficoltà di ogni giorno.

Roberto Bernasconi, direttore Caritas diocesana di Como

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