Pubblicato il: 07/03/2025Categorie: NewsTag: ,

“Bassone quale umanità?”. È questo il titolo della mostra, itinerante, pensata per raccontare la realtà della Casa Circondariale di Como. Composta da otto totem, che affrontano molteplici dimensioni del carcere (salute, lavoro, rapporti con le famiglie e il mondo esterno, solo per citare qualche esempio) è pensata per essere trasportata e assemblata agevolmente. La mostra può essere allestita negli spazi di comunità parrocchiali, oratori, istituzioni, enti o associazioni che desiderino veicolare un messaggio di speranza e di condivisione.

A realizzarla è stata la Caritas cittadina di Como, raccogliendo l’invito di papa Francesco, nell’anno del Giubileo, ad ascoltare e testimoniare il disagio di tanti “detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto” (Bolla di Indizione dell’Anno Santo Spes non Confundit, papa Francesco, 2024).

Da qui la realizzazione di questo progetto sul carcere di Como, che offre uno sguardo intimo e profondo all’interno un mondo carico di umanità e fatica, raccontato attraverso scatti non professionali, dentro un set di barriere di cemento. L’esposizione è un viaggio oltre il muro, per aiutare a conoscere la realtà che vi si nasconde. Lo scopo è quello di provare ad aprire un varco di luce, svelando le fragilità di un’“isola” la cui presenza stride con il contesto che la circonda (l’Oasi naturalistica del Bassone).

Dall’8 al 16 marzo la mostra sarà visitabile negli spazi nella parrocchia di Como-Sant’Agata, dove mercoledì 12 marzo, dalle 18.15 alle 19.30, verrà presentata alla presenza, tra gli altri, del direttore della Casa Circondariale del Bassone Fabrizio Rinaldi, e del cappellano padre Zeno Carceri. L’incontro è aperto a tutti.

«Il carcere è una realtà poco conosciuta e pertanto scarsamente sostenuta, pur di fronte ad un bisogno continuo di aiuto – spiega in un’intervista al Settimanale della Diocesi di Como don Alberto Fasola, parroco di Brunate e Civiglio e assistente spirituale della Caritas diocesana -.  Da qui l’urgenza di provare a raccontarla, anche attraverso i suoi protagonisti. Molte delle immagini che la compongono sono infatti parte di un progetto di qualche anno fa, realizzato con il coinvolgimento diretto dei detenuti, che raccontava la quotidianità del Bassone. Il nostro auspicio è che questa iniziativa alimenti interesse, attenzione e, perché no, favorisca anche la nascita di qualche volontario in più. Ci piacerebbe contribuire alla realizzazione di un coordinamento tra le varie realtà che gravitano attorno al carcere, oggi spesso slegate tra loro, così da rendere le azioni più sinergiche ed efficaci».

«La mostra ha richiesto un lungo lavoro, ma siamo molto contenti del risultato – commenta padre Zeno Carcereri, cappellano della Casa circondariale del Bassone -. Si tratta di uno strumento importante che permette di vedere con i propri occhi, e non solo di sentir parlare, quello che il Bassone è.  Ci auguriamo che possa aiutare le persone che la visiteranno, prima destinataria è la comunità cristiana, ma non solo, a maturare consapevolezza di questo luogo, delle problematiche che vi sono ed anche, speriamo, a rendersene partecipi, facendosi un poco carico di chi vi abita e di chi vi lavora. Il mio augurio è che grazie a questo anno giubilare si riesca a guardare al carcere non solo come a un luogo di disperazione e punizione, ma anche uno spazio in cui riscoprire la speranza di una vita futura migliore».

Chi desideri ospitare la mostra può richiederne la disponibilità scrivendo una mail a beppenessi@libero.it, o un messaggio WhatsApp al numero 335.6995428. “Bassone quale umanità?” viene messa a disposizione a titolo gratuito: le offerte raccolte verranno consegnate alla Cappellania del carcere per progetti e necessità dei detenuti.

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