Lo scorso 16 novembre, don Battista Galli, già direttore della Caritas diocesana di Como, ha offerto ai partecipanti al Convegno diocesano di Morbegno una riflessione a partire dal brano evangelico di Bartimeo (Mc 10, 46-52); un invito a metterci nei panni di chi vive situazioni di fragilità, come Bartimeo, per imparare a riconoscere la dignità di ogni persona.
Bartimeo: il cammino di chi si riconosce amato
Una volta guarito, Bartimeo inizia a seguire Gesù. Don Battista ha sottolineato come questo cambi radicalmente la sua vita: Bartimeo non segue Gesù da una condizione di perfezione, ma portando con sé le ferite del passato, con entusiasmo e gratitudine. È diverso da chi segue Gesù senza mai essersi riconosciuto bisognoso.
Un invito alla carità che nasce dalla gioia
Per chi lavora nella carità, don Battista ricorda l’invito di Gesù a lavare i piedi gli uni agli altri, come segno di servizio e amore reciproco. Ha concluso: «Siate beati della carità che fate, non perché è un obbligo, ma per la gioia che porta. Gesù era un uomo felice, e anche noi dobbiamo essere profondamente contenti nella nostra fede. La vera carità nasce non dal dovere, ma dalla gioia di servire».
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