
Lo scorso 15 febbraio in Questura a Como, si è tenuto un incontro tra il questore Marco Calì e un gruppo di volontari attivi nella rete di solidarietà cittadina, tra cui quelli della mensa di solidarietà di Casa Nazareth. Un’occasione di dialogo nata in seguito alla riunione del 29 gennaio scorso in Prefettura organizzata anche alla luce di alcuni episodi di tensione verificatisi nel mese di gennaio nei pressi della mensa.
L’incontro ha visto la partecipazione di una trentina di volontari della mensa e della rete “Vicini di Strada” che raggruppa gli enti impegnati in città al fianco delle persone che vivono situazioni di grave marginalità. Al centro del confronto – si legge in un comunicato diffuso dalla Questura -, la necessità di rafforzare il rapporto tra chi opera quotidianamente a contatto con le persone più fragili e le forze dell’ordine, per gestire al meglio situazioni di criticità nel rispetto della sicurezza di tutti.
I volontari hanno avuto modo di confrontarsi con il Dirigente dell’U.P.G.S.P., Commissario capo Chiara Nocera, ponendo numerose domande su aspetti normativi, modalità di intervento e interazione con le forze di polizia nei contesti di marginalità. «Il dialogo – prosegue la nota – si è rivelato proficuo, riempiendo l’intera mattinata di scambi di informazioni utili per entrambi i fronti».
Gabriele Bianchi, operatore della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio e responsabile di Casa Nazareth, ha commentato positivamente l’incontro: «Si è trattato certamente di un ulteriore passo per costruire quella che è stata ribattezzata “Sicurezza partecipata”».
L’operatore racconta a Il Settimanale della Diocesi di Como come, già nei gironi scorsi, si sia notato un intensificarsi dei controlli da parte delle forze dell’ordine nei pressi della mensa. «Una presenza discreta fatta di ingressi a piedi e di monitoraggio a distanza – precisa Bianchi – che rappresenta sicuramente un elemento di deterrenza». Da ultimo lo stesso operatore ci tiene a precisare: «Questi episodi purtroppo ci sono stati e non possiamo sottovalutarli, ma ci tengo a dire che si tratta di alcune persone, spesso problematiche, a fronte di un numero medio di pasti che in questo momento supera stabilmente i duecento al giorno».
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