Pubblicato il: 13/07/2024Categorie: Editoriali, NewsTag: ,

13 luglio 2024 – All’inizio del mese di luglio, precisamente lunedì 1 e martedì 2, il Coordinamento nazionale Immigrazione (CNI) ha convocato le Caritas diocesane per un momento di confronto, aggiornamento, formazione e sguardo futuro sui temi della immigrazione nel nostro Paese.

Le giornate si sono alternate tra momenti di formazione (il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha fatto l’introduzione di lunedì mattina – nella foto in alto, il momento del suo intervento), informazione e comunicazione di aggiornamento sul tempo che viviamo con approfondimenti relativi alle questioni legislative (Oliviero Forti); momenti di laboratorio e lavoro di gruppo (incentrati sulle buone prassi e sulle priorità sui temi dell’accoglienza, integrazione, advocacy).
Come sempre molto interessante l’approfondimento dei temi di attualità da parte di Caritas Italiana. Allo stesso tempo, lo spazio di condivisione tra i partecipanti nei laboratori e anche nei momenti informali risulta sempre molto proficuo.

I punti di riferimento dell’agire Caritas rimangono fondamentalmente:

  1. L’Articolo 1 dello Statuto Caritas, sottolineando il ruolo pedagogico;
  2. I tre verbi dello “stile Caritas”: Ascoltare, Osservare, Discernere per animare;
  3. Le linee guida del 50° di Caritas Italiana indicate da Papa Francesco secondo le tre vie del Vangelo, dei Poveri, della Creatività con particolare attenzione ai giovani.

Tra i temi emersi nella “due giorni”:

  • Il diritto alla casa, con evidenti differenti sottolineature a seconda delle aree geografiche del nostro Paese. In generale è un tema che sollecita molto il ruolo di supporto alle persone in difficoltà.
  • Anche il diritto all’accesso alle cure mediche è un tema trasversale che è stato condiviso nei gruppi.
  • Sotto il cappello generale dell’“Educazione”, si è trattato dei processi che prevedono l’accoglienza, l’integrazione, la preparazione, l’accompagnamento delle persone migranti che entrano nel nostro Paese. Soprattutto nella percezione non basta insegnare l’italiano o avviare a una professione. Bisogna accompagnare le persone anche a comprendere cultura, società, abitudini dei territori dove vivono per comprendere la complessità del processo di reale integrazione.
  • Altro tema cruciale, sempre con nette differenze territoriali, è quello legato al diritto al lavoro e al rispetto dei diritti dei lavoratori.
  • L’accompagnamento delle comunità e dei territori a comprendere “evangelicamente” quale ruolo svolgere per una reale e rispettosa accoglienza delle persone migranti.
  • A tal fine è necessario che le nostre comunità siano sempre aperte a un processo di “conversione” per rispondere sempre meglio alle sfide del tempo che viviamo nella prospettiva dell’invito esplicito di Mt 25 allo stile dei discepoli del Risorto.
  • È fondamentale incrementare sempre più la modalità di “lavoro in rete”, coinvolgendo competenze, delegando secondo il principio di sussidiarietà, proponendo lo “stile Caritas” nei tavoli di lavoro con ETS, Istituzione e partners.
  • Sempre più urgente partire nella programmazione e nella progettazione ascoltando e coinvolgendo le persone accompagnate, puntando al loro reale protagonismo.

Rossano Breda, direttore della Caritas diocesana di Como

La testimonianza dell’operatrice Monia Copes, presente a Roma

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